Racconti di viaggio: Raja Ampat

Si parte. Valigie piene a dismisura di attrezzatura subacquea e fotosub, il resto è veramente poca cosa, lo stretto indispensabile, perché là dove stiamo andando, a Raja Ampat, si potrebbe trascorrere la maggior parte del tempo in costume e pareo e quasi quasi si potrebbe far a meno anche delle ciabattine. La vista del paesaggio circostante ci farà dimenticare in un attimo la stanchezza del lungo viaggio. L’immagine che identifica maggiormente Raja Ampat è quella degli atolli dell’arcipelago delle Fam Island: un vero paradiso in terra alla latitudine equatoriale dove le isolette, che si ergono come funghi al confine tra l’oceano indiano e pacifico, sono ricoperte da una fitta vegetazione e circondate da spiagge coralline bianche e da un mare dalle mille sfumature di blu.

L’arcipelago conta circa 1500 isole, complessivamente conosciute come il Triangolo dei Coralli, poiché vi si trovano 600 specie diverse di coralli di forme e colori variegati, ovvero il 75% delle barriere coralline mondiali. I tesori di Raja Ampat, lo avrete capito, sono sotto il livello del mare, paradiso dei subacquei ma anche degli snorkelisti. In questi luoghi, fuori dai percorsi turistici, esistono ancora oggi tribù che fino ad una cinquantina di anni fa non disdegnavano le pratiche di cannibalismo e la caccia alle teste umane.
La vita nelle isole segue quella di un subacqueo, quindi sveglia alle 7, colazione, briefing e via che si parte in barca a motore o con barchette locali in legno un po’ più lente, alla scoperta delle meraviglie che stanno sotto la superficie del mare… La pausa tra un immersione e l’altra viene effettuata sui pontili delle varie isolette o sbarcando su lingue di sabbia che appaiono con la bassa marea e se ne vanno poco dopo come se nulla fosse mai esistito.

Tra le immersioni più indimenticabili che possiate fare, al primo posto metto Melissa garden che si trova nell’arcipelago delle Fam island, famosissima e frequentatissima, un vero giardino di pesci e coralli. La si effettua durante l’escursione a Paynemo island, una terrazza di centinaia di gradini da cui ammirare lo spettacolo della prima foto. Questa immersione sita tra due isolette, a soli pochi metri di profondità, presenta una distesa variegata di coralli verdi, gialli, rosa a corna d’alce meravigliosi, palle di roccia appena sotto la superficie ricoperte da madrepore che sembrano tante margheritine gialle e arancio e che si muovono come tante manine nell’acqua col compito di rifornirsi di cibo. Sono presenti inoltre gorgonie, larghe fino a tre metri, arancioni, rosse, gialle e rosa, che col riflesso dei raggi solari che penetrano nell’acqua danno l’impressione di esser preda di una visione lisergica, tanta è la bellezza che viene sprigionata da questo insieme di colori e pesci che popolano la barriera. Tutta questa vita appena sotto la superficie dell’acqua viene arricchita anche dallo specchiarsi del verde della vegetazione esterna creando per i fotografi subacquei dei veri e propri quadri da immortalare.

Altra immersione che merita di esser citata è sicuramente The Passage, un fiume di acqua salata di venti metri di larghezza e massimo dieci metri di profondità nel centro del canale; si intreccia tra le isole di Waigeo e Gam. Normalmente si effettua un passaggio in barca nel canale e non appena si entra cala il silenzio che lascia spazio allo spettacolo della natura. Colori e rumori si fondono ad un paesaggio degno del set di Avatar. È il paradiso delle foto macro e ambiente, ci sono grotte a cielo aperto dalle quali entrare e uscire sottacqua, per poi riemergere e trovare pipistrelli che, agitati dalla nostra presenza, iniziano una danza volante. Le immersioni sono adatte a tutti i subacquei ma non è difficile incappare in correnti ascensionali o discendenti che nel giro di un minuto ti portano da trenta a 5 metri e viceversa, a volte è possibile persino trovarsi nelle così dette “washing maschine” letteralmente “macchine da lavaggio”, che sono correnti a vortice che ti rimescolano come i vestiti dentro a una centrifuga, dalle quali si esce profondamente scombussolati. Il consiglio per fare immersioni piacevoli è sempre quello di affidarsi alla guida che conosce i posti e le correnti, senza intraprendere percorsi alternativi che vi possono portare lontano dal resto del gruppo. Fondamentale è avere con sé la boa sparabile nel caso ci si separi dal resto del gruppo e un gancio da reef per potersi agganciare alla barriera in caso di necessità.

Le immersioni spesso vengono effettuate o terminano sotto i pontili delle varie isolette, posti magnifici perché maggiormente abitati da pesci e coralli che stanno attaccati ai pali di sostegno.Le foto effettuate in questi luoghi sono magiche e uniche, in questi luoghi i pesci sono meno diffidenti perché abituati alla presenza dell’uomo…non è difficile incontrare un polpo a passeggio tra gli scogli che mimetizzandosi e cambiando forma e colore avvolga completamente le rocce alla ricerca di buchi per stanare granchietti o gamberetti da mangiare coi suoi tentacoli.
Questi fondali sono adatti a foto macro, e spesso si incontrano cavallucci pigmei lunghi poco più di due centimetri tra le tante ramificazioni delle gorgonie in corrente che assumono le colorazioni del corallo a cui si aggrappano per vivere.
Tra le specie di pigmeo si trovano Bargibanti rossi, Bargibanti gialli e Denise, poi vi sono i timidi pigmei Pontoh marroncini o chiari che vivono su steli di alghe o idrozoi in anfratti riparati dalla luce, il più delle volte a testa in giù.
Fotografarli è quasi impossibile perché sono talmente schivi da mettersi sempre spalle all’obiettivo e, se si innervosiscono con le luci puntate addosso, iniziano a roteare finchè non si staccano dal supporto per lanciarsi verso mondi a loro ignoti.
Sono presenti tantissime varietà di nudibranchi dalle forme e colori più stravaganti e magari intenti a deporre le micro uova su rocce o coralli, tracciando trine coloratissime dalle forme di merletti. Gamberetti e granchietti minuscoli abitano coralli ben specifici in una forma di commensalismo. Ad ogni immersione potete incontrare pesci pappagallo dai colori sgargianti e fino a sei delle sette specie di tartarughe ancora esistenti al mondo.

Non mancano anche pesci più grandi tra cui dugonghi, mante, banchi di barracuda, carangidi, e squali; dal 2013, inoltre, il governo locale di Raja Ampat ha dichiarato l’intera area marina “santuario degli squali” proteggendo questa specie dai pescatori cinesi che ne utilizzano in particolare le pinne. Sono presenti 1.700 specie di pesci, oltre a squali rari come i Wobbegong, ovvero i cosiddetti squali tappeto che vivono nei suoi fondali, sono molto sedentari stanno fermi e sonnecchiano tutto il tempo e si riconoscono perché hanno dei barbigli sotto la bocca e la coda ha la forma di un ricciolo. È inoltre presente solo qua il Chiloscyllium punctatum anche detto squalo bamboo o epaulette o squalo che cammina, scoperto da non molto e che usa le pinne ventrali per spostarsi di notte per cibarsi utilizzando le pinne invece che nuotare.

Organizzazione fai da te del viaggio.
Arrivare a Raja Ampat è un viaggio lungo ma semplice a livello organizzativo, con le giuste dritte; partendo dai voli online è possibile acquistare il pacchetto completo dei 3 voli: la prima tratta avviene sempre da Milano/Roma a qualche paese del Medio Oriente, a seconda della compagnia aerea scelta (Ethiad,Qatar,Emirates…) per poi arrivare a Jakarta dove, col nuovo aeroporto, non c’è più bisogno di spostarsi da un terminal all’altro dove però bisogna ritirare i bagagli. Infine vi è l’ultimo volo locale (Garuda, Batik, Leon) verso la destinazione finale Sorong. Viaggio aereo che può costare da 650€ in su. A Raja Ampat ho potuto soggiornare in due Resort a gestione italiana, che consiglio vivamente: Agusta Eco Resort e Wai Eco Resort. Entrambi sono situati su isole private, con diving dotati di attrezzature a noleggio, forniscono guide italiane e indonesiane che conoscono bene i tantissimi siti di immersione e cosa “trovare” sott’acqua, e barche veloci con cui potersi spostare tra le migliaia di siti di immersione. Il trasferimento aereoporto-resort è incluso nel soggiorno e avviene tramite auto per spostarsi dall’aeroporto al porto e poi tramite barche private o traghetti locali per arrivare alle isole.
Ogni tanto è possibile trovare online o contattando direttamente il resort offerte con pacchetto soggiorno completo e un determinato numero di immersioni, che normalmente sono piuttosto costose se prese singolarmente. Il soggiorno minimo che vi consiglio è almeno 11 notti per riuscire a godere delle bellissime immersioni ed escursioni, ma per chi ha poca disponibilità di tempo è possibile anche soggiornare solo 7 notti; il soggiorno è adatto anche ad accompagnatori non subacquei.