Alla ricerca della statua perduta

Nel febbraio del 2022 vengo contattato come responsabile Protezione Civile federale della Toscana dal responsabile di Protezione Civile del comune di Signa, provincia di Firenze, il quale mi parla di un progetto del “Temporis” (Comitato tecnico e scientifico per la ricostruzione della storia) per la salvaguardia, custodia e tutela del patrimonio culturale di Signa e dei Comuni limitrofi.

Motivo del contatto è la ricerca di una statua in Arno di Felice Carlo Emanuele Cavallotti (1842-1898), politico, poeta e giornalista italiano

Esposi subito le difficoltà presentate dal sito, sia per il lungo tempo trascorso (97 anni per la precisione) che per le vicende che esporrò di seguito. Inoltre posi il quesito di come operare, visto che questo tipo di operazioni non sono di competenza della Protezione Civile.

Concordammo che l’attività poteva essere inserita in un progetto di “esercitazione di Protezione Civile” legato alla ricerca e recupero”. Così ci siamo messi all’opera, il comune per la parte tecnico – logistica – amministrativa e io per la parte operativa. Chiesi supporto all’associazione SUB PRATO iscritta regolarmente all’albo regionale di protezione civile, che senza indugio si mette a disposizione (per questo ringrazio il presidente Luca Martinello e il responsabile del gruppo di Protezione Civile del Sub Prato Rocco Centrone, Roy per gli amici).

Stabilita la data nel 30 aprile, parte la macchina organizzativa con la riserva delle condizioni fluviali a quella data. Viene coinvolto per la parte di sicurezza sanitaria e vettovagliamento La pubblica assistenza di Signa (ANPAS) e la Misericordia di San Mauro a Signa (MISERICORDIE), associazioni benemerite per il soccorso e emergenze (112-118).

Per comprendere le difficoltà dell’operazione, occorre evidenziare alcuni passaggi storici. Sul sito di ricerca sono stati costruiti nei secoli diverse tipologie di ponti e passarelle.

Il vecchio ponte sull’Arno che collegava Signa all’altra sponda risale a tempi antichi, non si esclude addirittura che in zona passasse la via etrusca del ferro. Sicuramente ne fu costruito uno in pietra, con sette archi, in epoca medievale come testimonia anche lo stemma comunale. Si trovava dove adesso c’è la passerella pedonale, costruita nel secondo dopoguerra. Nell’Arno in quel punto ci sono quindi dei resti del vecchio ponte, probabilmente risalenti al Millecento E non è l’unica curiosità, la base è di epoca medievale ma forse ci sono resti ancora più antichi sotto: c’è addirittura chi ritiene che sia quello il ponte dipinto da Leonardo da Vinci nella Gioconda.

La statua, alta più di sei metri, realizzata da Vittorio Pochini da Volterra su commissione di un Comitato di cittadini, fu collocata nel centro della piazza nel 1907 su un basamento di cemento e fu abbattuta nel 1925, per ordine di Carlo Sestini. La statua venne issata su un camion e gettata nell’Arno dal ponte. Non è chiaro se integra o a pezzi, da allora si sono perse ufficialmente le tracce. Il ponte venne distrutto dai tedeschi il 4 agosto del 1944. Subito dopo venne realizzato un ponte Bailey e infine quello in cemento, cioè l’attuale passerella pedonale costruita negli anni Cinquanta, grazie a una colletta della popolazione di Sant’Anna e della Costa.

Il 30 aprile, intorno alle ore 08:00 di mattina arriviamo sul posto. Fatte le valutazioni dello scenario, dopo aver verificato le condizioni ambientali, meteo, la velocità della corrente con il responsabile sicurezza dell’associazione Sub Prato, decidiamo di iniziare le operazioni di ricerca.

Per prima cosa è stato messo in sicurezza lo scenario fluviale e terrestre. Gli operatori per poter raggiungere la riva fluviale hanno dovuto utilizzare delle imbracature idonee per scendere lungo gli argini scoscesi. Una squadra si è occupata di creare un campo di ricerca, un’altra squadra della delimitazione dell’area operativa, attraverso corde e gavitelli, e della via di fuga per gli operatori subacquei in caso di necessità, un’altra squadra faceva sicurezza a terra.

Nel frattempo la squadra di protezione civile impegnata nell’operazione decideva di effettuare la prima ricerca con la procedura a pendolo con assistente a terra e, dopo, con assistenza da barca.

Purtroppo le condizioni ambientali non permettevano di esplorare la parte centrale del letto del fiume, quindi alle 13:00 sono state sospese le ricerche, senza avere purtroppo rinvenuto la statua. Ulteriori ricerche sono state ipotizzate successivamente, nell’ambito di future esercitazioni.

La giornata è proseguita confrontandoci con gli archeologi, l’assessore alla cultura del comune, con il responsabile della protezione civile, scambiandoci reciproche conoscenze e curiosità sull’archeologia subacquea e da questo confronto ne è scaturito un interessante ed entusiasmate dialogo, mentre venivamo rifocillati dalla cucina da campo della Pubblica Assistenza di Signa.

Un ringraziamento doveroso a tutti coloro che si sono impegnati alla buona riuscita dell’evento, alle autorità comunali presenti ma soprattutto al Sub Prato ancora una volta protagonista e orgoglio della nostra federazione.

Colgo l’occasione per invitare le società federali della didattica subacquea nelle persone dei loro presidenti, a lavorare per far si che all’ interno di ogni società venga creato un nucleo di Protezione civile, al di là dei vantaggi di visibilità e di riconoscibilità, sarà cosa gradita sicuramente a coloro che ne traggono un beneficio e un supporto reale in caso di necessità e bisogno. Vorrei rinnovare con entusiasmo il messaggio che la protezione civile è un sistema coordinato e che tutti possiamo farne parte ci sono ruoli e competenze adeguati ad ognuno di noi. Per ogni altra informazione i presidenti o i loro delegati possono scrivere una mail a [email protected] e saranno soddisfatte le loro richieste.