L’alieno dalle chele Blu

Cosa stà succedendo?

  • “Il Tirreno come i tropici, allarme per l’invasione del granchio blu”
  • “A Latina scatta l’allarme granchio blu, terzo avvistamento in pochi giorni: panico tra i residenti”
  • “A Ladispoli, scatta l’allarme “Si cibano di ogni cosa”
  • “Venezia, allarme per il granchio blu”

Ci risiamo i giornali quando possono cercano sempre il sensazionalismo, chissà perché il pesce scorpione, il pesce pappagallo, il pesce palla che sono anch’esse specie aliene invasive e che vengono sempre più spesso avvistate nei nostri mari non meritano un po’ d’inchiostro sui giornali.

Comunque sia, per tutta l’estate l’allarme sull’invasione dell’alieno blu ha risuonato nei media. Quello che sembrava un avvistamento molto sporadico degli ultimi anni, ora sembra fin troppo abituale.
Ricordo perfettamente il mio primo incontro, era un venerdì mattina di dicembre del 2010 quando ricevo una telefonata: non è lavoro, ma l’amico Attilio Rinaldi che mi invita ad andarle a trovarlo al Centro Ricerche Marine di Cesenatico; ha una bella sorpresa.
La giornata vola veloce e finalmente posso recarmi a Cesenatico, Attilio mi aspettava sotto una leggera nevicata e subito mi mostra la sorpresa, un callinectes sapidus il granchio blu.

Un crostaceo decapoda della famiglia dei Portunidi, con carapace ampio, di forma ellittica, presenta due larghi spuntoni ai lati del corpo e margine anteriore seghettato. Le chele bluastre provviste di spine bianche chiazzate di rosso, le altre appendici grigie dal lato dorsale, blu dal lato lateroventrale. Le dimensioni sono imponenti, possono raggiungere una larghezza fino a 20 cm e una lunghezza fino a 10 cm.

Specie Atlantica molto ricercata ed apprezzata negli Stati Uniti per la bontà delle sue carni, è comparsa nel continente europeo agli inizi del ‘900 tra la Francia e il Mar Baltico. Nel Mediterraneo sembra che la sua presenza sia stata rilevata in Grecia già nel 1948, in Italia a Marina di Grado nel ‘49, poi una segnalazione nel 2004 a Goro.

Ma come ha fatto ad arrivare dalle Americhe fino a noi?

Una delle probabili cause, sta nelle acque di zavorra delle navi mercantili. Queste ultime per avere stabilità in mare incamerano acqua nelle stive poi, prima di entrare nei nostri porti, rilasciano questa quantità di acqua in mare. Si tratta di acque ricche di uova, gameti, organismi che si insediano in mediterraneo, spesso trovando un ambiente favorevole con nutrimenti e una temperatura dell’acqua mite.

Un’altra causa, ma vorrei sperare non fosse così, potrebbe essere dovuta al tentativo di allevarlo qui in Europa. Un po’ come è successo al gambero della Luisiana che, sfuggito da un allevamento, ha dilagato e praticamente portato all’estinzione il nostro gambero di fiume.
Colpito dalla bellezza dell’animale scatto alcune foto in vasca e nel tornare a casa penso se mai avrò la fortuna di vederlo in immersione.

Dal lontano 2010 ad oggi cosa è successo?

I frequenti ritrovamenti potrebbero essere il frutto del cambiamento delle condizioni climatiche e dell’aumento della temperatura dell’acqua marina? quest’anno ai suoi massimi storici.
Purtroppo il Granchio blu è una specie molto invasiva in grado di predare attivamente pesci, molluschi e altri crostacei, oltre che arrecare danni agli attrezzi di pesca.

Ma a Rimini ci sono?

La stagione balneare è agli sgoccioli e i sub possono ricominciare ad esplorare le scogliere frangiflutti a pochi metri dalla riva. Un luogo, con acqua poco profonda, ma che da sempre grandi soddisfazioni.
L’altra sera organizzo un tuffo, serata perfetta, soffia un vento di terra che spiana le onde e rende l’acqua più limpida. Il gommone è pieno e al tramonto si parte, che la “Caccia” abbia inizio.

Ero ottimista, ma è stato fin troppo facile, in un’ora d’immersione ne abbiamo visti veramente tanti. Uno particolarmente grande addirittura in fase di accoppiamento.
Ora abbiamo la prova: purtroppo si trova a suo agio nelle nostre basse coste Adriatiche, luogo destinato a nursery da tantissime specie ittiche.
Quindi cosa fare? Il mondo scientifico e dibattuto da chi professa fiducia nella natura che scossa sta solo cercando un suo equilibrio e chi, armi alla mano, professa interventismo. Io mi espongo dicendo che forse la cosa migliore è stimolare il suo peggior predatore: l’uomo. Gli chef si stanno già sbizzarrendo, fortunatamente sembra un crostaceo prelibato. Molti ristoranti lo hanno messo a menù e ieri al mercato ittico lo vendevano a otto euro al kg.

Noi sub cosa possiamo fare?

Sicuramente contribuire alla ricerca con monitoraggio ed osservazione comportamentale. Per me un nuovo stimolo. Già posso dire che la riproduzione è identica ai granchi comuni e ha un’aggressività notevole. Affascina come, dalla postura difensiva a chele spalancate passa quella di attacco: volteggia ritmicamente ed alternativamente gli arti posteriori “palette” poi più balzi in avanti scagliandosi verso l’aggressore. E poi è estremamente fotogenico con quelle chele blu cobalto.