Capo Palinuro, le acque del Nocchiero

Nell’Eneide Virgilio narra che Palinuro, il nocchiero della flotta di Enea, viene fatto cadere in queste acque della Campania dal dio sonno come tributo propiziatorio alla navigazione e “aeternumque locus Palinuri nomen habebit” in eterno il luogo avrà il nome di Palinuro. Origine epica dunque per Capo Palinuro, l’imponente promontorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni, le cui pareti strapiombanti si tuffano nel blu del mar Tirreno meridionale. Il continuo susseguirsi di cale e speroni rocciosi, raggiungibili solo via mare, ha permesso alla natura selvaggia di mantenersi tale.
Il falco pellegrino, la garzetta, l’airone e il martin pescatore volteggiano sopra specie arboree e arbustive tipiche della macchia mediterranea.
Lecci, pini marittimi, corbezzoli, lentischi e ginestre profumano l’aria nel magico silenzio esaltato dai canti e richiami degli uccelli. Ma è sott’acqua che la meraviglia continua in un ambiente ancor più variegato e colorato. Qui si concretizza il concetto di biodiversità intesa come “variabilità degli esseri viventi inclusi i complessi ecologici dei quali fanno parte, compresa la diversità nell’ambito di ciascuna specie, tra le specie, nell’ambito degli ecosistemi” (Earth Summit – Rio de Janeiro, 1992). Pareti, caverne e grotte, prateria di posidonia e fondale sabbioso con i relativi abitanti sono i principali habitat a disposizione del subacqueo. L’ampia varietà dei fondali, dalle calette per le prime uscite di corso o dopo corso alle pareti più fonde, è in grado di soddisfare le esigenze di principianti ed esperti, gruppi e scuole.
Le alte falesie di Capo Palinuro raggiungono un fondale di una cinquantina di metri, hanno creato l’habitat ideale per tutta la tipica fauna mediterranea.

Costante è l’incontro con cernie brune e dorate, il riccio diadema (Centrostephanus longispinus) dai lunghi aculei, la grande stella serpente (Ophidiaster ophidianus) di colore porpora e lo splendido nudibranco Janolus cristatus, barracuda e dentici. Da qualche anno si incontrano il vermocane, il pesce pappagallo, il granchio Percnon gibbesi e quello blu Callinectes sapidus.
La natura calcarea del substrato ha favorito nei secoli la formazione di ben 36 cavità sommerse, caverne e grotte, tanto da farne per quantità e varietà, una delle principali aree di interesse speleomarino in Europa.

Ognuna di queste cavità presenta attrattive differenti che spaziano dalla biologia alla geologia senza dimenticare l’aspetto scenografico per la foto ambiente. Stalattiti, stalagmiti e altri speleotemi sommersi ci raccontano la storia passata del nostro pianeta mentre emergendo in sacche subaeree i fori dei litodomi/datteri di mare sulle pareti testimoniano le antiche variazioni del livello marino.
Altra chicca sono le numerose sorgenti idrotermali di acque sulfuree, la cui temperatura è di 24°C costante tutto l’anno. Si tratta di acque dolci provenienti dalle profondità della terra che permettono la vita alle colonie di solfo batteri che si presentano come soffici e ondeggianti tappeti di filamenti bianchi.
Il fenomeno è simile alle caratteristiche di vita che si trovano nelle dorsali medio oceaniche a migliaia di metri di profondità ed è visibile sia in parete che in caverna anche a pochi metri di profondità.
Una breve descrizione di alcune immersioni ci fa comprendere meglio cosa offrono le acque del nocchiero.
Ormai entrata nella hit parade dei posti da non perdere, la Grotta Azzurra di Palinuro continua ad affascinare chi ritorna e a stupire chi la visita per la prima volta. Positivamente impressionante, la vista in controluce dei due enormi ingressi distanti una novantina di metri. Da lì penetra la luce naturale che crea il famoso riflesso turchese. Al centro della grotta siamo sospesi in una rassicurante penombra.
Colonne sommerse alte quattro metri, unione di stalattiti e stalagmiti, testimoniano come un tempo la cavità fosse all’asciutto.
Gli amanti della biologia hanno a disposizione un laboratorio sommerso unico nel panorama nazionale per dimensioni, morfologia a tunnel, presenza di speleotemi sommersi, ricchezza di vita e sorgenti idrotermali.

Le pareti di questo acquario naturale sono tappezzate da organismi filtratori e sospensivori che si nutrono delle particelle trasportate dal mezzo acqueo.
Reteporelle (Reteporella elegans), trine di mare (Reteporella mediterranea) e corna di cervo (Smittina cervicornis) dalla merlettata struttura sono la parte fragile e delicata assieme ai bianchi intrecci della filigrana di mare. Le spugne del genere petrosia (Petrosia ficiformis) e il rognone di mare (Chondrosia reniformis) che cambiano forma e colore a seconda del punto dove si trovano, ci permettono di apprezzare le modifiche cromatiche e morfologiche determinate dall’ambiente sciafilo, a scarsa luminosità. Non mancano la lunga spugna a canna (Axinella cannabina), quelle perforanti (Cliona ssp.) di vari colori e la bianca geodia (Geodia cydonium), dalla forma mammellare.

Due spettacolari archi sommersi caratterizzano il Cratere, antica grotta il cui ampio soffitto è crollato lasciando una formazione a cono simile appunto al cratere di un vulcano. Il Pan di Zucchero è un grande roccione staccato dalla parete, attraversato da un ampio e percorribile tunnel ad angolo acuto. L’immersione termina nei suggestivi passaggi di Zi’Anna.
Gorgonie rosse (Paramuricea clavata) e sciami di castagnole (Anthias anthias) danno colore ai Roccioni di Punta Quaglia, due enormi formazioni in mare aperto.
La Cattedrale è caratterizzata dall’emersione in diverse sacche subaeree dove sono presenti i segni dei secoli passati quali i fori di molluschi sulle pareti e i solchi di antichi livelli marini nonché le particolari concrezioni eccentriche che sfidano la gravità. Due specie di lucide cipree (Erosaria spurca e Luria lurida), nuvole di minuscoli gamberetti misidacei (Hemimysis speluncula), il gambero meccanico (Stenopus spinosus), il ragno delle grotte (Herbstia condyliata) simile ad una piccola granceola, la lumaca rete (Marionia blainvillea) e due piccole conchiglie (Clanculus corallinus e Pollia dorbignyi) popolano la Cattedrale.

PALINURO SUB Diving Center, CCF, nasce dall’esperienza di Fabio Barbieri, genovese, che ha frequentato il primo corso sommozzatori nel 1974.
Istruttore federale di immersione, biologia marina e speleologia subacquea, opera a tempo pieno in queste acque dal 1983 e ha eseguito i rilievi strumentali di tutte le grotte. Referente del Centro Bio FIPSAS “Capo Palinuro” è l’autore dei libri “Speleologia marina” (1999), “Palinuro Sub – Guida alle immersioni” (2001), “Meraviglie del Mediterraneo” (1997/2001/2005), “Cavità sommerse” (2014). Passione e professionalità permeano tutte le attività svolte dal diving che collabora attivamente con Università e Istituti di ricerca per monitoraggi e campionamenti. Diversi i poster presentati ai congressi della SIBM (Società Italiana di Biologia Marina) e gli stage organizzati, ultimo dei quali nel 2018 “Le biocostruzioni marine”, Stage di Biologia Marina e Subacquea Scientifica.
Impegnato nell’educazione ambientale il diving organizza per gli studenti della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado, proiezioni in aula e una mini crociera oceanografica. I partecipanti si esercitano materialmente a rilevare la rotta con la bussola; misurare la forza del vento con l’anemometro confrontandola con la Scala Beaufort; misurare la profondità; stimare lo stato del mare seguendo la Scala Douglas. Altre esercitazioni pratiche sono il rilevamento della temperatura dell’acqua alle varie profondità; la misurazione della sua trasparenza e visibilità con il disco di Secchi, della densità e della salinità. Anche il concetto di pressione idrostatica viene toccato con mano con una semplice esercitazione.
Il diving ha due sedi, con docce, bagni, spazi per il risciacquo e deposito attrezzatura. Una al porto di Palinuro da dove si parte per le immersioni, in grado di soddisfare quotidianamente una ventina di subacquei e una presso il convenzionato hotel Le Tre Caravelle per gruppi fino a 50 subacquei, con spazi riservati, sala riunioni per proiezioni, conferenze e corsi istruttori.
Si effettuano sino a quattro immersioni al giorno con la Calypso, un gozzo di proprietà di 9.50 metri (altre barche in base alla necessità). Il tempo di rilassante navigazione per raggiungere il punto di immersione più vicino è di due minuti mentre per il più lontano se ne impiegano venti.
Un esperto barcaiolo, subacqueo, resta sempre a bordo. Le guide, tutte con una pluriennale esperienza in loco, accompagnano massimo cinque persone ognuna e la barca esce anche per un solo subacqueo. Le immersioni hanno mediamente la durata di cinquanta minuti. In linea con la vocazione biologica del diving, viene sempre fatto un approfondito debriefing su ciò che si è incontrato, utilizzando una nutrita documentazione bibliografica e fotografica. Le lingue straniere parlate sono l’inglese e il francese.
Oltre ai classici corsi subacquei, snorkeling e battesimo del mare è possibile frequentare quelli di biologia marina e speleologia subacquea Caverna (Cave 1) e Grotta (Cave 2) per avvicinarsi in modo serio e graduale a questa disciplina. L’immersione guidata nelle Grotte è riservata agli speleosubacquei in possesso del relativo brevetto e viene effettuata con sagola, rocchetti e bibombola. Le tranquille Caverne, che sono la maggioranza anche se tutte vengono chiamate grotte, hanno la luce naturale sempre visibile, la profondità massima di venti metri e per visitarle è sufficiente il monobombola e un brevetto di 2° (2 stelle CMAS) oppure il brevetto Caverna (Cave 1). Il periodo di apertura va da Pasqua al ponte dei Santi.
Per i non subacquei escursioni nel Parco nazionale, sentieri naturalistici sul Capo, gite in barca, spiagge, visita ai siti archeologici di Velia, Paestum e Pompei.

I nostri contatti:
PALINURO SUB Diving Center

Via Porto, Palinuro (SA)
0974 938509 – 336706671 – 3355495606
[email protected]
www.palinurosub.it