Ma cosa c’entra Einstein

Ma che c’entra Einstein? Beh si c’entra. Sembra quasi impossibile che durante un “esame istruttori” l’energia che attraversa le persone sia così palpabile e così tanta.

Sono rientrato da pochi giorni da Siracusa dove ho fatto parte della commissione per l’esame istruttori M1, e seduto sul divano di casa non riesco a fare a meno di ripensare a quei giorni. Mi passano davanti alla mente tutti i visi e le espressioni dei protagonisti che ho avuto la fortuna di incrociare.
Rivedo e rivivo il fiume di emozioni che hanno pervaso i candidati e anche me e non nego che molte volte, quelle emozioni, ho faticato a tenerle a bada; non potevo mostrare quel lato sensibile di me dato il ruolo che ero chiamato a ricoprire. La mia volontà è stata quella di voler apparire abituato e forte a questo genere di situazioni. Ora però, ad esami conclusi, è giunto il tempo di lasciarsi andare, di rilassarsi, di organizzare le sensazioni e le emozioni vissute e qual è il modo migliore se non quello di mettere tutto quello che ho provato e soprattutto quello che i “miei ragazzi” mi hanno fatto provare nero su bianco?!

Lisa, Daniel, Andrea, Chiara e Francesco, mi permetto di chiamarli i miei ragazzi perché loro erano quelli per cui ero chiamato a ritenere idonei o meno. Persone diverse tra loro ma accumunate tutte da un unico obiettivo, quello di diventare Istruttori M1. Uomini e donne che non si conoscevano ma che da subito sono stati uniti e coesi dove l’altruismo e un grande senso del gruppo si sono scoperti indispensabili l’uno per l’altro.

Li ringrazio tutti, perché tutti a modo loro mi hanno fatto crescere. Ognuno mi ha trasmesso un una parte dei propri punti di forza e delle debolezze, elementi che hanno innescato in me non pochi punti di riflessione. Sono riusciti con le loro peculiarità a scardinare le mie certezze e convinzioni facendomi migliorare come commissario ma soprattutto come uomo.

Penso a Daniel, persona sensibile, all’apparenza delicata ma capace di mostrarsi leader nel momento del bisogno. Lui mi ha insegnato a non essere troppo diretto e severo nelle correzioni.

Penso a Lisa, ragazza dall’energia esplosiva che a fatica riusciva ad imbrigliare per non mostrarsi arrogante, cosa che assolutamente non era. Lei mi ha insegnato ad avere pazienza perché le persone, a volte, non sono mai quello che sembrano.

Penso a Chiara, alla sua estrema gentilezza, alla sua voce delicata che poteva talvolta farla apparire, ad un occhio poco attento, intimorita. Ma la sua risolutezza nel dire le cose mi ha sempre dato sicurezza sulla sua consapevolezza. Da lei ho imparato che per farsi ascoltare non serve gridare.

Penso ad Andrea, il più vecchio del gruppo, che ha ottenuto da subito il mio più grande rispetto per essersi messo in gioco alla sua età, cosa per niente scontata. La sua maturità traspariva in ogni istante. La pacatezza con cui diceva le cose non influenzava mai il raggiungimento degli obiettivi. Da lui ho imparato che avere un profilo basso a volte aiuta.

Per ultimo ma non per questo meno importante, Francesco. Il ventitreenne che in realtà ne aveva solo 22! Lui è quello che mi ha stupito di più. Capace a risorgere e a stringere i denti senza farsi abbattere come pochi riescono a fare. Il giovane che avrà un sicuro futuro subacqueo radioso. Lui è quello che mi ha dato di più. Da lui ho imparato che le seconde chance sono molto più importanti e formative che le prime.

Ci sarebbero anche tantissimi altri, il mio trainer Mauro, gli altri commissari, insomma tutti quelli che hanno vissuto con me quei meravigliosi momenti. Ma sono loro, “ i miei ragazzi” a cui voglio dedicare un pizzico della mia intimità.
….e, spiegando l’inizio del mio breve ma sincero racconto, come diceva Einstein: “nulla si crea nulla si distrugge ma tutto si trasforma”

Un arrivederci a tutti